domenica 31 dicembre 2006

Someday

THE STROKES
"Someday"

In many ways, they'll miss the good old days
Someday, someday
Yeah, it hurts to say, but I want you to stay
Sometimes, sometimes

When we was young, oh man, did we have fun
Always, always
Promises, they break before they're made
Sometimes, sometimes

Oh, My-ex says I'm lacking in depth
I will do my best
You say you wanna stay by my side
Darlin', your head's not right
See, alone we stand, together we fall apart
Yeah, I think I'll be alright
I'm working so I won't have to try so hard
Tables, they turn sometimes

Oh, someday...

No, I ain't wastin' no more time

And now my fears
They come to me in threes
So, I
Sometimes
Say, "Fate my friend,
You say the strangest things
I find, sometimes"

Oh, My-ex says I'm lacking in depth
Say I will try my best
You say you wanna stay by my side
Darlin', your head's not right
See, alone we stand, together we fall apart
Yeah, I think I'll be alright
I'm working so I won't have to try so hard
Tables, they turn sometimes

Oh, someday...

I ain't wasting no more time

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"Alcuni giorni"

Per parecchi motivi, loro rimpiangeranno i bei tempi andati
Alcuni giorni, alcuni giorni
Sì, fa male a dirlo, ma voglio che tu rimanga
A volte, a volte

Quando eravamo giovani, amico, ci divertivamo
Sempre, sempre
Le promesse, loro le hanno infrante prima ancora di farle
A volte, a volte

Oh, la mia ex dice che non sono affatto profondo
Farò del mio meglio
Tu dici che vuoi stare dalla mia parte
Cara, la tua testa non è del tutto a posto
Guarda, siamo rimasti soli, insieme cadremo a pezzi
Sì, penso che starò bene
Sto funzionando e quindi non dovrò provarci fino in fondo
Le situazioni, a volte si invertono

Oh, alcuni giorni...

No, non sprecherò più tempo...

E adesso i miei timori
Sono diventati il triplo
Io idem
A volte
Dico, "E' il destino, amico mio,
Trovo che a volte tu dica cose astruse,
A volte"

Oh, la mia ex dice che non sono affatto profondo
Io le rispondo che farò del mio meglio
Tu dici che vuoi stare dalla mia parte
Cara, la tua testa non è del tutto a posto
Guarda, siamo rimasti soli, insieme cadremo a pezzi
Sì, penso che starò bene
Sto funzionando e quindi non dovrò provarci fino in fondo
Le situazioni, a volte si invertono

Oh, alcuni giorni...

No, non sprecherò più tempo...

giovedì 28 dicembre 2006

Marty

Dylan Dog, Albo Mensile #244, Gennaio 2007
Marty
Gennaio 2007: Albo mensile #244, Marty. Soggetto: Tiziano Sclavi e Cristina Neri; Sceneggiatura: Tiziano Sclavi; Disegni: Giampiero Casertano; Copertina: Angelo Stano. ♠♠♠♠♠
Julian Kidd è giovane, bello, ricco e molto, molto vendicativo! Non provate ad essere scortesi, con lui… la paghereste cara, facendo una fine poco piacevole, probabilmente bagnata dal vostro stesso sangue! Marty Kevorkian è un pensionato, grassoccio e dall’aria un po’ triste. Di carattere mansueto, vive in un’abitazione modesta e sulla sua agendina ha scritto il nome di un solo amico: Dylan Dog. Può esserci un legame tra due vite così distanti come quelle di Julian e di Marty? E perché Dylan, in questi giorni, è colto da una profonda malinconia?...

Terzo albo firmato Tiziano Sclavi —che succede a Ucronìa (#240) e L'assassino è tra noi (#243)— dopo il suo acclamato ritorno del 2006 alla scrittura per l'Indagatore dell'Incubo. E se con il suo primo lavoro aveva lasciato intravedere il suo stile classico senza tuttavia far gridare al capolavoro e col secondo era riuscito a dividere le opinioni dei fan dylaniati tra chi gridava al capolavoro e chi al plagio meschino, con questo Marty possiamo affermare senza esagerazioni che se Tiziano non ha sfornato un capolavoro ci siamo comunque davvero vicini.
Il soggetto non è originale ma è quello che desideriamo che Sclavi ci metta davanti agli occhi come nei bei tempi che furono: in un'era caratterizzata da un Dylan sempre più alle prese con thriller gialli (Barbato) e giochini "trova-il-colpevole-prima-di-pagina-90" (Ruju), Sclavi ci mette ancora una volta di fronte a uno degli orrori più grandi dell'umanità: l'indifferenza, l'emarginazione, l'odio, la non-vita. L'empatia.
La sceneggiatura è magistrale —ogni singola battuta è studiata con cura e la storia è appassionante come raramente succede— e la trama si divide su tre livelli: i pensieri di Dylan, la vita di Marty e i delitti di Julian; livelli che alla fine coincideranno in uno unico, culminando in un finale veramente ardito.
Infatti, come nello scorso albo (L'assassino è tra noi, #243) ci troviamo di fronte ad un finale spiazzante, che mette in discussione tutto quanto detto in novanta pagine. Ma è un finale più positivo o più negativo di quanto immaginavamo? Voglio dire, è cosa peggiore che ci sia veramente un tale che uccide senza pietà o il fatto che chiunque, CHIUNQUE, anche un mansueto vecchietto come Marty, possa odiare, desiderare e immaginare la morte di qualcuno, volere vendetta sanguinaria e trarre godimento da ciò?
La verità è che questa seconda opzione è molto più terribile, è una sorta di disillusione totale verso il genere umano, una sorta di "bug" inserito in ognuno di noi dalle circostanze e dalle occasioni della vita, ma -diciamo così- il tessuto cerebrale umano è un campo fertilissimo per il seme dell'odio e della violenza.
Bentornato Tiz.

voto: 9

martedì 19 dicembre 2006

Pete Doherty

da www.Repubblica.it

"La prigione è come stare all'inferno sulla terra"
Genio, poesia e perdizione
Pete Doherty, l'ultimo maledetto

dal nostro inviato GINO CASTALDO

LONDRA - Il più oltraggioso cantante rock al mondo ci riceve in un albergo fuori mano, in una zona vagamente sordida dell'East End. "Hi!" dice aprendo la porta e porgendo una mano efebica, leggera come una piuma. Malgrado la sua tremenda fama oggi Pete Doherty non spacca bottiglie, non usa microfoni come clave, è mansueto, perfino dolce ("è un miracolo" ci suggerisce l'addetto stampa della sua etichetta, la Rough Trade). Ma le stranezze non mancano. Nella stanza c'è un motorino Piaggio, ("Sì, è italiano, mi piace molto" dice Doherty con l'aria di un bambino che ha appena commesso un'impertinenza). Più che parlare sussurra, sembra dover alzare il sipario da una coltre oppiacea, si raggomitola, si alza, cammina per la stanza, accende il motorino, maneggia una manciata di copie del nuovo album del suo gruppo, i Babyshambles, (sarà nei negozi l'11 novembre, titolo "Down to Albion") che gli cascano per terra. Non sembra vero di essere al cospetto di una vera rockstar decadente.

Da ogni suo gesto si intuisce il perché di tanta dissolutezza: si sente un poeta, libero da costrizioni morali. Pete Doherty sembra uscito da un leggendario passato di cantanti rock fatti di genio e perdizione, è femmineo, magrissimo, lo sguardo illuminato da improvvisi bagliori e poi di nuovo sepolto in una svagata e assente trance. Figlio di un maggiore dell'esercito britannico, a sedici anni ha vinto un concorso di poesia e fa continui riferimenti alla cultura francese. Curiose coincidenze con la figura di Jim Morrison. Doherty è a suo modo delicato, fragile come un giunco allampanato, un viso d'angelo coi denti sporchi e le dita annerite.

Nel primo brano del Cd, "La belle et la bête", una voce femminile canta: "Is she more beautiful than me?". E' la "bella" Kate?
"Chi? Oh sì, è Kate, lei ha una bella voce, una voce meravigliosa. Quando siamo insieme cantiamo spesso, abbiamo registrato alcune cose. Lei è una grande fan dei Rolling Stones. Adesso è occupata, mi manca, ma preferisce non vedermi finché non avrà finito la riabilitazione. Ma sta andando bene, andrà tutto bene".

E' vero che lei conosce il nome di chi ha venduto le immagini rubate di Kate che assumeva droga nello studio di registrazione?
"Sì, lo so, so chi è stato, e del resto l'hanno capito tutti, è uno che era vicino a noi, credevo fosse un amico, ma ora avrà il fatto suo".

Non ne rivela il nome, ma è noto che qualche tempo fa Doherty ha licenziato il suo manager, James Mullord, il quale ha negato ogni accusa, sostenendo anzi di aver sempre protetto Pete come fosse un fratello. Di serpenti ce ne sono parecchi intorno a lui. Con Johnny Borrell, il cantante dei Razorlight, ("Un serpente velenoso" lo definisce Doherty) è finita a microfonate. Col vecchio amico dei Libertines, l'ex socio Carl Barat invece, dopo una saga di scontri, risse, denunce, c'è stato un riavvicinamento. Ma ora Pete ha la sua propria band. "Coi Babyshambles è diverso" racconta Doherty "facciamo sul serio, le cose le vogliamo portare fino in fondo. Non mi ero mai sentito prima così in una band. Ogni volta che salgo sul palco sento una scossa, e non ci sono litigi".

Il nuovo disco, possiamo considerarlo un concept album?
"Non ho idea, ho solo messo una canzone dopo l'altra, di fatto mi devi sparare per farmi raccontare una storia fino in fondo. Però potrebbe essere: il produttore, Mick Jones, ha voluto che le cose venissero fuori spontaneamente e poi le ha messe in un certo ordine".

Pete si interrompe, socchiude gli occhi per un attimo. Mr. Doherty? "Mi deve scusare, abbiamo suonato tutta la notte, qui al piano di sopra, ho portato le attrezzature, abbiamo registrato delle cose".

Mick Jones dei Clash. Com'è stato lavorare con lui?
"Ha avuto molta pazienza, ha sopportato lo scandalo delle foto di Kate sui tabloid, le perdite di tempo, l'arresto, tutta quella violenza dei media, è stato bravo, sì, ci ha lasciato liberi, il disco suona come se fossimo lì, in diretta, è esattamente quello che avevo in mente".

Nel disco si avverte un'atmosfera di totale libertà espressiva. Ma il resto del rock non trova sia troppo compromesso con l'industria?
"Il resto del rock? Non so, c'è molto di falso.... per me il mercato non significa nulla, all'inizio coi Babyshambles registravamo cose a casa mia e le mettevamo direttamente in rete".

E ora?
"Non so, non sono particolarmente connesso in questo periodo".

Bussano alla porta. Appare il direttore dell'albergo, un marcantonio nero, molto compassato. Dice: "Questa è l'ultima notte. Domani devi andartene. Neanche in Africa succedono certe cose": Pete risponde dolcemente poi torna a raggomitolarsi sul divano. "È molto arrabbiato. Mi dispiace molto". Sembra davvero contrito, come se non ne potesse più dei guai che si porta dietro. Del resto è stato anche più volte in prigione e questa esperienza lo terrorizza: "È come stare all'inferno sulla terra. La cosa che più mi dava fastidio erano i rumori. La notte erano tremendi". Tira fuori un rosario nero, lo sgrana, ci gioca, ne ha un altro intorno al collo.

Lei è religioso?
"No, non proprio. Mi piace questo oggetto, mi piace toccarlo".

Nel disco ricorre spesso la parola amicizia, lealtà. È la cosa più importante?
"No, non penso, l'amicizia no, la cosa più importante è l'amore, il vero amore".

(27 ottobre 2005)

sabato 16 dicembre 2006

Bimbetto Master

giovedì 14 dicembre 2006

Vanessa




And alarm bells ring
when you say your heart still sings
when you're with me.
[Music when the lights go out; The Libertines]

mercoledì 13 dicembre 2006

Il tramonto del sole romantico

(C. BAUDELAIRE)

Oh, quanto è bello il sole che sorge allegro e forte
e il suo buongiorno ci lancia come uno scoppio rosso!
felice che ne può con animo commosso
salutare, gloriosa più d'un sogno, la morte!

Ricordo!... Ho visto tutto, la fonte, il solco, il fiore,
anelar come vivido cuore sotto i suoi sguardi.
Corriamo all'orizzonte, presto, corriamo, è tardi,
che non ci sfugga almeno l'ultimo obliquo ardore!

Ma io rincorro invano il Dio che s'allontana;
stende l'ineluttabile Notte su noi, sovrana,
le abbrividenti ali, funeste, umide, opache.

Un olezzo di tomba nelle tenebre si diffonde,
e il mio timido piede ai margini dello stagno
si imbatte in rospi imprevisti, umide lumache calpesta.

martedì 12 dicembre 2006

Pete Doherty Portrait


Pete Doherty by ~bAdMaRk on deviantART

Fatto ieri, in un paio d'ore, in matita.
Peccato che la scansione ha fatto perdere il più dell'effetto plastico...

domenica 10 dicembre 2006

In Bloom

NIRVANA
In bloom

Sell the kids for food.
Weather changes moods.
Spring is here again.

Reproductive glands.

He's the one who likes all the pretty songs.

And he likes to sing along.

And he likes to shoot his gun.

But he knows not what it mean.

Knows not what it mean.

And I say yeah.


We can have some more.

Nature is a whore.
Bruises on the fruit.

Tender age in bloom.


In fiore

Vendi i bambini per mangiare.
Il tempo cambia gli umori.
La primavera è di nuovo arrivata.
Ghiandole riproduttive.

Lui è quello che ama tutte le canzoni carine.
E ama cantarle a squarciagola.
E gli piace sparare con la sua pistola.
Ma non sa cosa significhi tutto questo.
Non lo sa cosa significhi.
E io dico yeah.

Potremmo avere qualcosa di più.
Madre Natura è una troia.
Ammaccature sul frutto.
Tenera età in fiore.

TCM: The Beginning

Non Aprite Quella Porta: L'Inizio

TRAMA_
I fratelli Dean ed Eric Hill stanno per andare a combattere in Vietnam e prima di raggiungere i loro battaglioni decidono di regalarsi una vacanza spensierata in Texas insieme alle loro ragazze, Bailey e Chrissie. In realtà, per il giovane Dean lo scopo del viaggio è anche quello di trovare una via per disertare e riuscire a convincere suo fratello maggiore, già arruolato nel corpo dei Marines, a non partecipare alla guerra. Purtroppo, quello che inizia come un viaggio tranquillo e sereno si trasforma per le due coppie in un incubo...

COMMENTO_
Visto ieri sera al cinema. Ad opera di Jonathan Liebesman ecco la storia della nascita di Leatherface, dei suoi primi omicidi, della sua prima motosega (!).
Purtroppo l'indagine sui primi (circa 20) anni di vita del "mostro" e quella sulla sua famiglia si riducono solo alle prime scene (massimo una quindicina di minuti), ragion per cui non vengono approfonditi alcuni aspetti fondamentali (la sua malattia? la sua infanzia? la nascita del suo odio? il motivo della pazzia dello "sceriffo"?) e quindi il film fatica ad emergere rispetto alla massa di horror odierni, anche se è innegabile che un certo fascino lo possiede in ogni caso, grazie alla fotografia sgranata e pesante, all'atmosfera malata (Rob Zombie docet?) e alla dose maggiore alla norma moderna di splatter e di scene macabre, anche se a volte si rischia di cadere veramente nel ridicolo ("e questa lingua, di chi è?").

voto: 7

sabato 9 dicembre 2006

Vertigo

THE LIBERTINES
Vertigo

Koreema know just what it is she does
It cant be hard for her to get a buzz
Down in the street below
You can hear the drunken archangel sing
"I know whats on your mind my boy
I can see oh everything
Lead pipes are fortune made
Well Take a tip from me
Climb up to her window ledge or you'll forever be

Just walking under ladders as the people round you hear you crying please
As the people round you hear you crying please
Please"

"Lead pipes are fortune made
Well Take a tip from me
Climb up to her window ledge or you'll forever be

Just walking under ladders as the people round you hear you crying please
As the people round you hear you crying please
Please"

Who really knows just what it is she does
It cant be hard for her
To get a buzz
The rapture of vertigo
And letting go
Me myself i was never sure
Was it the liquor
Or was it my soul?


Vertigine

Koreema sa solo cos'è quello che fa
Non dev'essere difficile per lei ottenere una conversazione
Laggiù in strada
Tu puoi sentire cantare l'arcangelo ubriaco
"Io so cosa ti passa per la mente, ragazzo mio
Io posso vedere oh tutto quanto
I conduttori isolati sono i creatori della Sorte
Quindi lasciami una mancia
Arrampicati sul davanzale della sua finestra o resterai per sempre

Camminando sotto le scale mentre la gente intorno ti sente supplicare aiuto
Mentre la gente intorno ti sente supplicare aiuto
Aiuto"

"I conduttori isolati sono i creatori della Sorte
Quindi lasciami una mancia
Arrampicati sul davanzale della sua finestra o resterai per sempre

Camminando sotto le scale mentre la gente intorno ti sente supplicare aiuto
Mentre la gente intorno ti sente supplicare aiuto
Aiuto"

Chi sa cos'è veramente quello che fa
Non dev'essere difficile per lei
ottenere una conversazione
L'estasi della vertigine
E lasciar correre
Me, me stesso, io non sono mai stato sicuro
Era il liquore
o la mia anima?

venerdì 8 dicembre 2006

Malasorte

(C. BAUDELAIRE)

Per sollevare un così grande peso,
Sisifo, il tuo coraggio ci vorrebbe!
Per quanto ardore s'abbia nell'impresa,
l'arte è lunga e il tempo è breve.

Lontano dalle sepolture celebri,
verso un cimitero isolato,
il mio cuore, tamburo velato,
va battendo marce funebri.

Quanti gioielli dormono sepolti
nell'oblio e nelle tenebre,
lontano dalle zappe e dalle sonde;

quanti fiori effondono il profumo,
dolce come un segreto, con rimpianto,
nelle solitudini profonde.

Bellissimo sonetto di Baudelaire che parla dell'impossibilità di sconfiggere la Morte e della difficoltà di lasciare una traccia indelebile di noi nel mondo terreno.
Le ultime tre stanze mettono in rilievo la disequità della Sorte di fronte ai meriti reali di coloro che verranno ricordati nei secoli: si tratta per larga parte di questione di fortuna, sono innumerevoli gli artisti meritevoli che, una volta defunti, rimangono nell'oblio, come fiori che effondono il loro profumo irresistibile nelle profondità di uno strapiombo.
Paradossalmente proprio questo è diventato uno dei componimenti più famosi del poeta maledetto per eccellenza, nonchè uno dei manifesti del suo decadentismo.

giovedì 7 dicembre 2006

L'albatro

(C. BAUDELAIRE)

Sovente, per diletto, i marinai catturano degli albatri,
grandi uccelli marini che seguono,
indolenti compagni di viaggio,
il bastimento scivolante sopra gli abissi amari.

Appena li hanno deposti sulle tavole,
questi re dell'azzurro, goffi e vergognosi,
miseramente trascinano ai loro fianchi le grandi,
candide ali, quasi fossero remi.

Com'è intrigato, incapace, questo viaggiatore alato!
Lui, poco addietro così bello, com'è brutto e ridicolo.
Qualcuno irrita il suo becco con una pipa mentre un altro,
zoppicando, mima l'infermo che prima volava.

E il Poeta, che è avvezzo alle tempeste e ride dell'arciere,
assomiglia in tutto al principe delle nubi:
esiliato in Terra, fra gli scherni,
non può per le sue ali di gigante avanzare di un passo.


La composizione probabilmente composta tra il 1843 e il 1846 forse come ricordo di un viaggio all'isola Bourbon ha un chiaro significato simbolico. Essa evidenzia la contraddizione tra il volo alto e spiegato degli albatri ( la cui apertura alare arriva fino ai quattro metri ed i cui spostamenti avvengono solo ad alta quota ) e l'impaccio evidente di questi uccelli a muoversi sulla tolda della nave, che pure seguono pazientemente con i loro spostamenti aerei.
Il poeta appare - come l'albatro - goffo, lento, impacciato a muoversi tra la folla, incompreso, sbeffeggiato e deriso per la sua incapacità a condividere i valori di una società che lo condiziona e nega nello stesso tempo l'alto ideale della bellezza poetica. Il poeta appare debole e indifeso quando cala tra la gente comune; immerso nella quotidiana comunicazione è incompreso, tremendamente solo e melanconico.

Tuttavia per il poeta è possibile anche la rigenerazione artistica; egli sa elevarsi al di sopra della realtà, sa vedere le cose con altri occhi, sa volare in alto per trascendere il male umano; sa trasformare in bellezza poetica ( i fiori ) anche le bassezze più atroci della società ( del male ). Il volo è metafora di elevazione, di distacco, di superiorità estetica e morale, orgoglio temerario di saper volgere lo sguardo verso il sole accecante o di saper attraversare immune le tempeste del dolore.
Accanto a questa fiducia se c'è sempre tuttavia la consapevolezza della caduta possibile e quasi immancabile, che riporta il poeta a fare i conti con la sua società, in un rapporto disarmonico che lo riconduce alla solitudine tra una folla nemica.

domenica 3 dicembre 2006

The Libertines - Up the Bracket

THE LIBERTINES - UP THE BRACKET (2003)

Se Pete Doherty è considerato uno dei personaggi più significativi della musica rock attuale, la cosa non si deve solo al suo stile di vita che definire sregolato è un eufemismo o alla sua relazione con la modella strapagata Kate Moss. Pete fino al 2004 è stato anche il frontman di una band (i Libertines, formati oltre a lui da Carl Barat, John Hassall e Gay Powell) che di fatto non ha inventato nulla nella storia del rock, ma è riuscita a portare sulla scia dei newyorkesi Strokes una sferzata di freschezza e di irruenti ballate post-punk ad una scena (quella inglese degli ultimi vent'anni) che di musica rock sanguigna e insolente, ma contemporaneamente armoniosa e trascinante, ha sentito clamorosamente la mancanza, dopo l'età dell'oro del Settantasette caratterizzata da band come Sex Pistols, Clash, Adverts e Smiths.
Il loro disco d'esordio, "Up the Bracket", prodotto dall'ex Clash Mick Jones, esce nel 2003 e fa subito il botto, ricevendo ottime recensioni da parte della critica e facendo diventare i Libertines una delle band più interessanti del panorama mondiale, in grado di tenere vivo con un'altra manciata di gruppi (i già nominati Strokes, i Vines, gli Hives, i Datsuns) lo spirito del rock'n'roll più seminale e "garagelandiano" in un'epoca in cui le sonorità che spopolano tra i giovani sono riconducibili alle pseudo-musiche truzze-discotecare.
E se da una parte il fautore di questo splendido album è il già menzionato Pete Doherty, dall'altra quest'ultimo deve dividere la scena principale con un'altra personalità di spicco, il suo migliore amico Carl Barat, autore di più della metà dei pezzi contenuti in questo disco. I due sono molto diversi come carattere, quasi complementari, ed è questo probabilmente che porterà la band allo sfascio qualche mese più tardi. L'album è senza mezzi termini un capolavoro: raramente una band europea da vent'anni a questa parte ha saputo unire con più naturalezza ed armonia l'irruenza del punk (pre)settantasettino e la vena romantica e introspettiva che troppo spesso mancava a quella scena: e se non di rado i Libertines sono stati etichettati dalle riviste e dalle fanzine come "i nuovi Clash", probabilmente sarebbe più sensato annotare tra le influenze dei quattro nomi come New York Dolls, Stooges, Richard Hell, Heartbreakers, Ramones, tutte band insomma della scena proto-punk newyorkese degli anni Settanta.
Pete Doherty (che è un vero e proprio poeta maledetto, poeta ancora prima di cantante e chitarrista: non a caso "I fiori del male" di Charles Baudelaire figura tra i suoi libri preferiti e alla tenera età di 16 anni vinse anche un concorso di poesia) possiede un grande talento nell'unire queste due componenti, anche se preferibilmente (e forse anche un po' inaspettatamente) si dedica con più frequenza alla stesura di ballate intimiste e disincantate, che fanno venire i brividi lungo la colonna vertebrale a sentirle: la sua voce calda è davvero capace di emozionare chiunque sia quando descrive un ipotetico viaggio attraverso tutto il globo terrestre nella celeberrima "Radio America", sia quando racconta con malinconia e rassegnazione il cinismo e la cieca indifferenza che sembra andare sempre più di moda nei meccanismi della società attuale nella struggente "Tell the king", episodio che fornisce nell'ultima strofa un fedele quadretto autobriografico dello stesso Pete, ragazzo fragile che si è "fumato la vita, vivendo sulle rovine di un castello edificato sulla sabbia". Ma non di sole ballate vive una rock band, e allora ecco lo sfrontato frontman lanciarsi in veri e propri deliri dal retrogusto punk, come per esempio l'opening-track "Vertigo", canzone che parla dello stato di ebrezza causato dall'alcool e delle sue conseguenze o nella traccia finale "The good old days", nella quale con un aforisma che è già leggenda Pete manifesta la propria visione della vita affermando: "Se hai perso la fede nell'amore e nella musica, la fine non dev'essere lontana". Ma il capolavoro dohertiano dell'album è probabilmente quella "Time for heroes" che non a caso è stata scelta come primo singolo, una poesia strafottente ma nello stesso tempo toccante ispirata dalle liriche riottose dei Clash di Joe Strummer, nella quale Pete racconta un terrificante quadretto di una manifestazione di protesta ("Siamo stati spalati come letame/Abbiamo messo la notte e ferro e fuoco/Ventri sanguinano, manganelli e scudi"), critica la mediocrità della consapevolezza sociale dei giovani d'oggi ("Ci sono panorami un po' meno ristretti di quello/Di un inglesotto con un cappellino da baseball") e si arrende nella consapevolezza -ma anche nell'orgoglio- di una ristretta mobilità sociale nella società attuale ("Moriremo nel ceto dove siamo nati"). E se in "Death on the stairs" Doherty propone una filastrocca nella quale le liriche paradossali e la melodia in levare si discostano fin dall'inizio, nel secondo singolo, l'irruente title-track "Up the bracket", manifesta la sua devozione al rock'n'roll più incalzante e sguaiato.
Carl Barat invece è più esuberante, meno fragile e introspettivo e ama darci dentro con la chitarra: lo si capisce anche ascoltando alcuni pezzi che lo vedono al microfono principale: in "Horror Show" si candida a novello Richard Hell sgolandosi per manifestare la sua delusione per un mondo che non va come dovrebbe andare ("Lei mi ha detto/Ti mostrerò un immagine/Un immagine di domani/Non c'è niente di cambiato/E' tutto dolore"), così come in "The boy looked at Johnny" Carl prende ancora in prestito l'impronta vocale del newyorkese Richard per portare in scena un becero quadretto della notte sbandata della Grande Mela e della Soho londinese ("New York è così bella di notte/Ma non ti dimenticare Soho"). E se "Begging" è una tipica canzone di british rock, nella sarcastica "Boys in the band" Barat critica le rockstar del giorno d'oggi, più interessati al risultato delle vendite che non all'attitudine e alla sostanza ("So che ti piace la sterzata di una limousine").
I Libertines pubblicheranno ancora un album, nel 2004, intitolato semplicemente con il loro nome, meno aggressivo e perfetto nella forma ma non per questo meno valido; qualche mese dopo la pubblicazione avviene lo sfaldamento della band in seguito ad un litigio tra Pete (che a a formare i Babyshambles) e Carl, ma voci di corridoio parlano di un recente riavvicinamento dei due in vista di un nuovo progetto futuro. Libertines 2? Si vedrà, per il momento godiamoci questo gioiello.

voto: 9



"He drinks and smokes his cares away
His heart is in the lonely way
Living in the ruins
Of a castle built on sand"

giovedì 30 novembre 2006

CBGB

CBGB

Scattata da me, quest'estate a NYC.

venerdì 24 novembre 2006

Skara, Matt & Io


Figazzerrimi, in Sicilia con la scuola.

Botticelli does: Kate Moss & Pete Doherty

Bazzicando per flickr.com mi sono imbattuto in una rivisitazione amoena del "Venere e Marte" del Botticelli: "Kate & Pete", ovvero Kate Moss e Peter Doherty!
Ma... è ambelivabol! XD

martedì 21 novembre 2006

Dee Dee Ramone


5 (+1) foto bellissime del rimpianto bassista dei Ramones:

1 - Agli esordi
2 - Giovane
3 - A fine carriera
4 - Adulto
5 - Peluche :))

venerdì 17 novembre 2006

First Wave Punk

Ecco gli album che possiedo e che considero immancabili in una collezione di dischi rock per capire il punk della prima ondata, nweyorkese e londinese (ma anche australiano, detroitiano, ...).

10. SEX PISTOLS - Never Mind the Bollocks Here's the Sex Pistols (1977) [90/100]
09. THE STOOGES - The Stooges (1969) [90/100]
08. JOHNNY THUNDERS & THE HEARTBREAKERS - L.A.M.F. (1977) [90/100]
07. RICHARD HELL & THE VOIDOIDS - Blank Generation (1977) [91/100]
06. NEW YORK DOLLS - New York Dolls (1972) [93/100]
05. RAMONES - Ramones (1976) [94/100]
04. RAMONES - Rocket to Russia (1977) [94/100]

03. THE CLASH - The Clash U.S. (1978) [95/100]
02. THE ADVERTS - Crossing the Red Sea with the Adv. (1978) [96/100]

01. THE SAINTS - (I'm) Stranded (1977) [96/100]

giovedì 16 novembre 2006

I'm Gonna Strangle You

SCREECHING WEASEL
"I'm Gonna Strangle You"

What I wanna say I'm gonna say to you
And what I wanna do I'm gonna do to you
And if you should decide
That you don't like it - get out
When I wanna talk I'll talk all over you
And when I wanna walk I'll walk all over you
And if I have to drag you
Kicking and screaming - I will
What I wanna do
I'm gonna strangle you tonight


"Ti strozzerò"

Quello che voglio dire, te lo sto per dire
E quello che voglio fare, te lo sto per fare
E se tu decidessi
Che non ti va a genio - arrangiati
Quando voglio parlare, lo faccio vicino a te
E quando voglio camminare, lo faccio vicino a te
E se dovrò trascinarti
Pestarti e farti gridare - lo farò
E' quello che voglio fare
Ti strozzerò stasera

No comment

Stuprò e uccise irachena, Marine
confessa ed evita pena di morte


articolo tratto da TgCom

Un soldato americano in missione in Iraq ha ammesso di avere stuprato una ragazzina locale di 14 anni e di avere ucciso lei e tutti i membri della sua famiglia. Come riferisce la Bbc online, James Barker ha riconosciuto le proprie colpe all'inizio del processo marziale a suo carico in corso negli Usa. L'ammissione di colpevolezza permetterà così all'imputato di evitare la pena capitale.

Barker è uno dei quattro soldati statunitensi accusati dell'omicidio. Tutti i sospetti appartengono alla Seconda brigata di elite della 101esima Divisione aerea.

L'avvocato di Barker, David Sheldon, ha spiegato che il suo assistito ha deciso di collaborare con al Corte e di testimoniare contro gli altri sospettati.

I tre imputati che dovranno rispondere di stupro e omicuidio sono Jesse Spielman, Paul Cortez e Bryan Howard.



Non ho parole per il criterio che segue la "giustizia" americana per decidere la condanna a morte.
Qualche anno fa un italiano residente in USA fu giustiziato per uno stupro che egli giurava di non aver mai commesso; qualche mese fa è stata la volta di un pregiudicato le cui prove a discolpa erano molte e sono state tutte ignorate; e adesso, dulcis in fundo, viene "risparmiato" un criminale che non solo ha stuprato una ragazzina ma, non pago, ha ucciso lei e tutti i suoi famigliari.
Privilegi della divisa?
Chissà, l'unica cosa della quale sono convinto è che tutto questo è uno schifo...

mercoledì 15 novembre 2006

Vertigo


Vertigo "original" by ~bAdMaRk on deviantART

Dampyr

Speciale Dampyr n. 1, annuale
Dracula Park

Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli
Disegni: Stefano Andreucci
Copertina: Enea Riboldi

Chi ha cercato di sottrarre i resti mortali di Vlad Tepes, detto Dracula, dal suo sepolcro sull’isola di Snagov? Perché, tra le querce secolari dell’antica collina di Briete, appaiono gli spettri di Dracula e di un misterioso, affascinante Cavaliere Nero? Quale tenebroso castello dei monti Carpazi risorge dalle sue rovine per ospitare il primo, grande parco tematico dedicato ai vampiri? Per arrivare vivi sino all’alba, gli invitati alla notte inaugurale del Dracula Park dovranno sfuggire alle zanne e agli artigli di Empuse, Lamie e lupi mannari… oppure contare sull’aiuto di tre ospiti “imbucatisi” al terribile party di sangue: Tesla, Kurjak e il Dampyr Harlan Draka, il quale ha buoni motivi di pensare che dietro quella collezione di mostri ci sia il suo terribile padre...

Letto oggi, prestatomi da un amico.
Innanzitutto devo dire che Dampyr non è tra i miei titoli preferiti per quanto riguarda le produzioni della Bonelli Editori, dato che i precedenti albi che avevo letto del personaggio in questione non mi avevano esaltato, anche e soprattutto per le trame troppo fantasy e inverosimili.
In questo speciale invece, sebbene dotato di una componente fantasy piuttosto elevata, ho trovato quello che negli altri non avevo incontrato: una sceneggiatura dinamica e mai annoiante (anche se la storia è lunga ben 178 pagine!) e un sacco di personaggi interessanti, molti dei quali desunti dalla tradizione vampiresca popolare, oltre ai magnifici disegni di Stefano Andreucci, disegnatore del quale ignoravo la bravura!
Promosso!

Storia 7
Sceneggiatura 7,5
Disegni 8,5
Copertina 7
TOTALE 7,5

martedì 14 novembre 2006

The Libertines


"Me myself i was never sure
Was it the liquor
Or was it my soul?"

[Vertigo/LIBERTINES]


Bombsite Boy

THE ADVERTS
"Bombsite Boy"


Leapfrog over fences.
Little time, less senses.
Here by this railway cutting
Life goes quick and it goes without warning.
That's how life is in my bombsite dwelling.

But I don't believe you have to be an idiot
To get somewhere these days.
I don't believe you have to sell your soul
And do what everybody says,
Or get carried away.
Nowadays I fall among the empty shells and pray.
Give thanks - I'm happy where I am.
It's just as well.

Well, I thank God I never closed my eyes.
Thank God I never compromised.
Bombsite boy, the bombsite boy.
Thank God I wasn't mesmerized.
Bombsite boy, the bombsite boy - the bombsite boy.

There's a killer in your subway,
An anarchist on your street.
There's a breakdown on your T.V.
You can't find no relief.
In fact no feelings at all.
Your war is totally internal.
At least I'm sure that mine is on the outside.

I can thank God I never closed my eyes.
Thank God I never compromised.
Bombsite boy, the bombsite boy.
Thank God I wasn't mesmerized.
Bombsite boy, the bombsite boy - the bombsite boy.




"Il ragazzo della trincea"

Cavallina al di là del recinto.
Poco tempo, ancora meno facoltà mentali.
Qui in questa trincea di stazione
La vita fugge veloce e fugge senza preavviso.
E' così che va la vita nella mia trincea.

Ma non credo che devi essere per forza un idiota
Per andare da qualche parte al giorno d'oggi.
Non credo che devi per forza svenderti
E fare quello che tutti dicono,
O verrai esiliato.
Al giorno d'oggi precipito in mezzo a queste bombe senza senso e prego.
Ringraziando - Sono felice dove sto.
Sto alla grande.

Ringrazio Dio perchè non ho mai chiuso gli occhi.
Ringrazio Dio perchè non sono mai sceso a compromessi.
Ragazzo della trincea, ragazzo della trincea.
Ringrazio Dio perchè non sono stato mesmerizzato.
Ragazzo della trincea, ragazzo della trincea - ragazzo della trincea.

C'è un assassino nella tua metropolitana,
Un anarchico sulla tua strada.
C'è un guasto nella tua T.V.
E non puoi consolarti in alcun modo.
Infatti non hai sentimenti.
La tua è una guerra del tutto civile.
Se non altro sono sicuro che la mia sia contro il mondo esterno.

Ringrazio Dio perchè non ho mai chiuso gli occhi.
Ringrazio Dio perchè non sono mai sceso a compromessi.
Ragazzo della trincea, ragazzo della trincea.
Ringrazio Dio perchè non sono stato mesmerizzato.
Ragazzo della trincea, ragazzo della trincea - ragazzo della trincea.

Ghost Train: Anteprima

articolo tratto da horrormagazine.it

Dal Giappone arriva l'horror Ghost Train, considerato da qualcuno troppo spaventoso. A cominciare dal poster


Può un horror spaventare a morte ancor prima di essere visto? Ghost Train di Takeshi Furusawa sembrerebbe un film del genere. A pochi giorni dal suo debutto cinematografico USA, il 23 novembre, si è deciso di ritirare le locandine internazionali perché giudicate "troppo spaventose". Un terrificante bambino-zombie che ochieggiava dal poster è stato sostituito da un visual simile a quello qui riportato. A quanto pare la richiesta di modifiche è giunta dalla società che gestisce i trasporti metropolitani in Giappone.

Evidentemente l'azienda teme una cattiva pubblicità, visto che il film è ambientato proprio nel colossale intrico di gallerie che forma la metropolitana di Tokio.
Protagonista della pellicola è la liceale Nana. Dopo essere stata testimone di un incidente a un treno, la ragazza inizia a vedere uno spettro che abita nelle stazioni della metropolitana. Inquietanti fenomeni precedono la scomparsa della sorella minore di Nana. E gli indizi portano verso i binari morti delle ferrovie, dove gli spiriti del sottosuolo trattengono la piccola.

A giudicare dal trailer, Ghost train sembrerebbe mantenere le promesse. Tuttavia il film è già uscito in Corea e in Giappone, ed è stato presentato a qualche festival: i consensi non sono unanimi e qualcuno parla di un horror che non aggiunge molto alla già ricca produzione orientale.
Tra i protagonisti segnaliamo Erika Sawajiri, Shun Oguri, Miyoko Asada. Da notare la presenza dell'affascinante Aya Sugimoto, ex indossatrice famosa in Occidente per aver recitato nei bollenti film sul bondage Hana to ebi e Flower and Snake II.
Ghost train è distribuito a livello internazionale dalla Intercontinental. Siamo in attesa della data di uscita italiana.

lunedì 13 novembre 2006

I'm a... Puppy!

You Are A: Puppy!

puppy dogBeloved by all, puppies are energetic, playful, and loving. Your playful and friendly nature is part of what makes you a puppy. Known for their loyalty, puppies make great pets for young and old alike. And an innocent puppy face can melt anyone's heart!

You were almost a: Pony or a Lamb
You are least like a: Groundhog or a TurtleWhat Cute Animal Are You?

16 mesi


We Are One II by ~bAdMaRk on deviantART

Se la ricchezza si misurasse secondo la bellezza
dei sorrisi delle persone che ci circondano,
sarei il ragazzo più ricco del mondo...

Garageland

THE CLASH

Garageland


Back in the garage with my bullshit detector
Carbon monoxide making sure its effective
People ringing up making offers for my life
But I just wanna stay in the garage all night

Were a garage band
We come from garageland

Meanwhile things are hotting up in the west end alright
Contracts in the offices, groups in the night
My bummin slummin friends have all got new boots
An someone just asked me if the group would wear suits

I dont wanna hear about what the rich are doing
I dont wanna go to where the rich are going
They think theyre so clever, they think theyre so right
But the truth is only known by guttersnipes

Theres twenty-two singers! but one microphone
Back in the garage
Theres five guitar players! but one guitar
Back in the garage
Complaints! complaints! wot an old bag
Back in the garage
All night



Garagelandia

Giù nel garage con il mio rivelatore di cazzate
Il monossido di carbonio mi assicura che è effettivo
La gente mi telefona facendomi offerte per la mia vita
Ma io voglio solo stare seduto nel garage tutta notte

Siamo una band garage
Veniamo da Garagelandia

Intanto che le cose si movimentano nel confine ovest ok
Contratti negli uffici, bande nella notte
I miei amici vagabondi per i bassifondi hanno tutti anfibi nuovi di zecca
E qualcuno mi ha persino chiesto se il gruppo vorrebbe vestire dei completini

Non voglio sentire cosa fanno i ricchi
Non voglio andare nei posti dove vanno i ricchi
Pensano di essere furbi, pensano di avere ragione
Ma la verità è conosciuta solo dai ragazzi di strada

Ci sono 22 cananti! Ma un solo microfono
Giù nel garage
Ci sono 5 chitarristi! Ma una sola chitarra
Giù nel garage
Lamentele! Lamentelei! Che custodia vecchia!
Giù nel garage
Tutta notte

Hate & War

THE CLASH

Hate & War


Hate and war - the only things we got today

An if I close my eyes
They will not go away
You have to deal with it
It is the currency

Hate...hate...hate...

The hate of a nation
A million miles from home
An get war from the junkies
Who dont like my form

Im gonna stay in the city
Even when the house fall down
I dont dream of a holiday
When hate an war come around

Hate and war...

I have the will to survive
I cheat if I cant win
If someone locks me out
I kick my back in

An if I get aggression
I give it to them two time back
Every day its just the same
With hate an war on my back

Hate and war - I hate all the english
Hate and war - theyre just as bad as wops
Hate and war - I hate all the politeness
Hate and war - I hate all the cops

I wanna walk down any street
Looking like a creep
I dont care if I get beat up
By any kebab greek


Odio e guerra

Odio e guerra - le uniche cose che ci sono rimaste al giorno d'oggi

E se chiudo gli occhi
Non andranno lontano
Devi fare i conti con questo
E' questo il prezzo da pagare

Odio... odio... odio...

L'odio di una nazione
Un milione di miglia lontano da casa
E imparare dai junky a fare la guerra
A chi non piace il mio sistema di governo?

Resterò in città
Anche quando la casa crollerà
Non sogno una vacanza
Quando odio e guerra ci circondano

Odio e guerra...

Ho il desiderio di sopravvivere
Barerò se non sarò in grado di vincere
Se qualcuno mi chiuderà fuori
Porterò il mio culo dentro

E se subirò un aggressione
Gliene restituerò due al prezzo di una
Ogni giorno è sempre la stessa solfa
Con odio e guerra sulle mie spalle

Odio e guerra - Odio tutti gli inglesi
Odio e guerra - Fanno schifo quanto i terroni
Odio e guerra - Odio tutte le buone maniere
Odio e guerra - Odio tutti gli sbirri

Voglio scendere in ogni strada
Sembrare un leccaculo
Poco importa se sarò pestato a sangue
Da qualunque "arabo-kebab"

Time for Heroes

THE LIBERTINES

Time for heroes


Did you see the stylish kids in the riot
We were shovelled up like muck
Set the night on fire
Wombles bleed truncheons and shields
You know I cherish you my love

But there's a rumour spread nasty diseases around town
Caught round the houses with your trousers down
A headrush in the bush
You know I cherish you my love
How i cherish you my love

What can you want now you've got it all
The whole scene is obscene
Time will strip it away
A year and a day
And Bill Bones
Bill Bones he knows what I mean

Yes it's eating no it's chewing me up
It's not right for young lungs to be coughing up blood
Oh it's all
It's all in my hands
And its all up the walls

Well the stale chips are up and the hopes stakes are down
Its these ignorant faces that bring this town down
Yeah I sighed and sunken with pride
I passed myself down on my knees
Yes I passed myself down on my knees

What can you want now you've got it all
The whole scene is obscene
Time will strip it away
A year and a day
And Bill Bones
Bill Bones knows what I really mean

There are fewer more distressing sights than that
Of an Englishman in a baseball cap
Yeah we'll die in the class we were born
That's a class of our own my love
Were in a class of our own my love

Did you see the stylish kids in the riot
We were shovelled up like muck
Then set the night on fire
Wombles bleed truncheons and shields
You know I cherish you my love
Oh how I cherish you my love.


Tempo per eroi

Hai visto i ragazzi eleganti nel tumulto?
Noi siamo stati spalati come letame
Abbiamo messo la notte e ferro e fuoco
Ventri sanguinano, manganelli e scudi
Sai che ti adoro, amore mio

Ma c'è una voce che gira: l'espansione del
morbo minaccioso nei dintorni del paese
Catturato nei pressi della zona residenziale
con i pantaloni calati
Un assalto nella boscaglia
Sai che ti adoro, amore mio
Oh, quanto ti adoro, amore mio!

Cosa puoi volere adesso che hai tutto
La scena è del tutto oscena
Il tempo si spoglierà
Un anno e un giorno
E Bill Bones
Bill Bones, lui sì che sa cosa significa

Sì mi sta mangiando, no mi sta masticando
Non fa bene a giovani polmoni
sputare sangue a colpi di tosse
Oh è tutto
E' tutto nelle mie mani
Ed è tutto sui muri

Gli antichi risentimenti sono vivi e
le scommesse tanto sperate sono morte
Sono queste facce ignoranti che rovinano il paese
Sì, singhiozzavo ed affondavo nel mio orgoglio
E stavo morendo sulle mie ginocchia
Sì, stavo morendo sulle mie ginocchia!

Cosa puoi volere adesso che hai tutto
La scena è del tutto oscena
Il tempo si spoglierà
Un anno e un giorno
E Bill Bones
Bill Bones sa cosa intendo esattamente

Ci sono panorami un po' meno ristretti di quello
Di un inglesotto con un cappellino da baseball
Sì, noi moriremo nel ceto dove siamo nati
Quello è il nostro ceto, amore mio
Facciamo parte di un ceto propriamente nostro, amore mio

Hai visto i ragazzi eleganti nel tumulto?
Noi siamo stati spalati come letame
Abbiamo messo la notte e ferro e fuoco
Ventri sanguinano manganelli e scudi
Sai che ti adoro, amore mio...

domenica 12 novembre 2006

Richard Hell - Blank Generation

Articolo tratto frammentariamente da Musicboom.it

Che Richard Hell abbia 'inventato il punk' è un luogo comune ma ha più di un fondo di verità. Senz'altro molta dell'estetica del primo punk inglese l'ha ispirata lui, a New York a metà degli anni '70 (capelli corti e spettinati, magliette bucate etc). Musicalmente non saprei: è senz'altro più semplice indicare come presursori dei Sex Pistols gente come New York Dolls, Ramones o Heartbreakers. Di quesi ultimi Hell fece parte per qualche mese, dopo l'esperienza coi Television e prima di mettere in piedi un gruppo tutto suo, quei Richard Hell and the Voidoids che incisero, nel 1977, un capolavoro: Blank Generation.
Il problema di Hell all'epoca fu che un ego ingombrante come il suo faticava a sopravvivere assieme ad altri ('questa band è troppo piccola per tutti e due', potrebbero avergli detto in momenti diversi Verlaine nei Television e Johnny Thunders negli Heartbreakers), e che si trovò quindi costretto a migrare, col suo basso e un pugno di ottime canzoni, di formazione in formazione, fino alla decisione di fondare, appunto, i Voidoids assieme a Robert Quine, chitarrista, arruolandovi Ivan Julian (chitarra) e Marc Bell (batteria - più tardi passato alla storia con lo pseudonimo di Marky Ramone).
Dopo un EP autoprodotto i Voidoids approdano alla Sire, per cui pubblicano un album fatto di una mezza dozzina di canzoni che, se suonano 'punk' nello spirito (la visione del mondo di Hell, almeno in questi anni, è molto cinica e molto poco romantica, quasi fino al pessimismo… 'no future': "chi ha detto che è bello essere vivi" ripete il nostro in Who Says?), sono qualcosa di leggermente diverso dagli altri classici del periodo, molto legati a forme piùttosto ortodosse di 'buon vecchio' rock and roll.
Il merito dell'originalità di Blank Generation sta in molti elementi; per prima cosa la scrittura di Hell, molto poco tradizionale e regolare, sia nei testi che nella costruzione dei pezzi, nonché il suo modo di cantarli, molto sguaiato e (quello sì) punk. Degna di nota è senz'altro anche la band, molto affiatata e tecnicamente al di sopra della media, che sfrutta al meglio l'impostazione classica chitarre-basso-batteria con arrangiamenti mai scontati e costruendo interscambi chitarristici eccellenti su una ritmica impeccabile.
Ci sono pezzi tirati, ballate, stratificazioni chitarristiche e commenti sulla vita, l'amore, la morte e i 'rock'n'roll clubs'. Cosa chiedere di più a un disco? Un seguito? Chi lo fece, nel 1977, dovette aspettare cinque anni: il seguito di Blank Generation fu inciso infatti nel 1982, e intitolato Destiny Street.
Per il momento, se vi stanno a cuore le chitarre ma ne avete le palle piene della megalomania rock, cosa che non vuol dire per forza attaccarsi alla prima moda pseudoelettronica che passa di lì, prestate un orecchio a Blank Generation, ne vale la pena.

"In un'epoca di edonismo fascista nessuno osa dire ad alta voce o giudicare ciò che è pateticamente sospeso a mezz'aria […] Ci stanno mangiando corpo e anima, e nessuno li combatte. In realtà nessuno vede davvero tutto ciò, ma se ascoltate i poeti lo sentirete, e vomiterete la vostra rabbia. Richard Hell è uno dei poeti."
(Lester Bangs, 1978)


(1) Love comes in spurts
(2) Liars Beware
(3) New pleasure
(4) Betrayal takes two
(5) Down at the rock'n'roll club
(6) Who says (i's good to be alive)?
(7) Blank generation
(8) Walking on the water
(9) The plan
(10) Another world
(11) I'm your man
(12) All the way


voto: 9

La regola della rosa

articolo tratto da Horrormagazine.it

Si avvicina il debutto italiano di Rule of Rose, il videogame horror più discusso degli ultimi anni previsto sugli scaffali il 24 novembre


Altro che Bully, pupe e secchioni. Ecco il videogioco che farà più discutere questo inverno: si chiama Rule of Rose, è giapponese, gira su Playstation 2 e si porta appresso un cielo fosco di polemiche, che gli hanno fatto già guadagnare la copertina del settimanale Panorama. Videogiochi diseducativi? E chi ha detto che a Rule of Rose devono giocarci i bambini? Ci si può consolare col fatto che, in passato, la stessa caccia alle streghe ha mietuto vittime illustri tra libri, film, fumetti. Oggi a questi non capita quasi più e tocca invece ai videogame.

Di sicuro il titolo firmato Punchline — pubblicato in Sol Levante da Sony, ma che in Europa arriverà con 505 Gamestreet, un editore indipendente — procurerà a molti grossi mal di testa. Un po’ Villaggio dei dannati, un po’ Signore delle mosche, la storia è quella di Jennifer, diciannovenne nell’Inghilterra degli anni ‘30 del Novecento e prigioniera degli orrori di un orfanotrofio semi abbandonato, dove è costretta a subire le sevizie più crudeli. La questione ancora più disturbante è che, a perpetrare le torture, è un gruppo di “innocenti” bambine, che reggono l’istituto col peggiore sadismo, esplicitato, in una delle scene più forti, dal rituale della sepoltura viva dell’ospite.

A parte il sangue sacrificato in favore della violenza psicologica e il tema estremamente delicato, che — dalle anticipazioni (se ne parla qui: www.gamasutra.com/features/20060607/sheffield_01.shtml) — sembrerebbe estendersi a una perversa sottolettura erotica, tabù al momento solo sfiorato dai videogiochi, Rule of Rose non dovrebbe allontanarsi troppo dalle logiche del genere survival horror, come Resident Evil e Silent Hill. L’esordio del gioco in Italia, intanto, è vicinissimo: il 24 novembre.

venerdì 10 novembre 2006

Account Flickr: Holiday

Cliccando qui potete vedere le foto migliori della mia vacanza in USA di quest'anno...
prossimamente ne inserirò altre, di altre vacanze e magari anche di gite o altro.
Alla prossima.




giovedì 9 novembre 2006

Myth - Mike Ness

Mike Ness/Social Distortion/USA


Myth - Mike Ness by ~bAdMaRk on deviantART

They're telling me, but I'm telling them.
"I'll do it my way, I'll always win.
When the sun goes down I'm ready to play,
It doesn't matter what anybody says"
[Telling Them, Social Distortion]

Myth - Pete Doherty

Pete Doherty/Libertines & Babyshambles/UK


Myth - Pete Doherty by ~bAdMaRk on deviantART

He drinks and smokes his cares away
His heart is in the lonely way
Living in the ruins
Of a castle built on sand
[Tell the King, The Libertines]

Il sentiero dei nidi di ragno

Ho appena finito di leggere questo romanzo di I. Calvino per la scuola, e devo dire che l'ho trovato interessante. L'opera rispecchia la volontà dello scrittore di mostrare le difficoltà della vita di un ragazzino durante la seconda guerra mondiale e le sue scoperte graduali sul mondo degli adulti, dalle donne alle armi, lasciando il tema vero proprio della guerrain secondo piano e articolando il tessuto narrativo piuttosto sulle avventure di questo bambino e sulle sue nuove conoscenze.
Il libro si lascia leggere velocemente, alcuni pezzi sono scritti veramente bene e in generale il romanzo appassiona il lettore fino all'ultima pagina, senza cali... cosa non comunissima tra i libri che di solito si danno da leggere a scuola! :)

TRAMA
Il libro narra le vicende di un ragazzino di nome Pin, che, quasi per gioco, si trova a partecipare alla lotta partigiana contro i tedeschi durante la seconda guerra mondiale, dapprima nel suo paese e più tardi sulle montagne liguri. Il ragazzo, ribelle e scanzonato, viene rinchiuso in prigione, avendo rubato la pistola di un tedesco per vincere una scommessa con i grandi del bar. Riesce però a fuggire con un compagno di prigionia: Lupo Rosso. Un partigiano. Egli lo condurrà fra gli altri suoi compagni.
Così Pin entra tra i partigiani. Il suo scopo, però, non è quello di sconfiggere i nazisti, ma di trovare un amico che abbia le sue stesse idee, per confidarsi, per sentirsi importante. Il suo obiettivo sembra raggiunto dopo l'incontro con Cugino, un partigiano che diventerà suo amico.
Il testo è realistico, in quanto narra le vicende di un ragazzino al contatto con gli adulti durante la guerra partigiana; oltre alla descrizione di figure verosimili, anche quest'elemento storico rende il racconto credibile e verosimile. Il sentiero dei nidi di ragno è il luogo dove Pin nasconde la pistola rubata.

voto: 7,5

mercoledì 8 novembre 2006

Time for Heroes: Videoclip

THE LIBERTINES
Time For Heroes



Did you see the stylish kids in the riot
We were shovelled up like muck
Set the night on fire
Wombles bleed truncheons and shields
You know I cherish you my love

But there's a rumour spread nasty diseases around town
Caught round the houses with your trousers down
A headrush in the bush
You know I cherish you my love
How i cherish you my love

What can you want now you've got it all
The whole scene is obscene
Time will strip it away
A year and a day
And Bill Bones
Bill Bones he knows what I mean

Yes it's eating no it's chewing me up
It's not right for young lungs to be coughing up blood
Oh it's all
It's all in my hands
And its all up the walls

Well the stale chips are up and the hopes stakes are down
Its these ignorant faces that bring this town down
Yeah I sighed and sunken with pride
I passed myself down on my knees
Yes I passed myself down on my knees

What can you want now you've got it all
The whole scene is obscene
Time will strip it away
A year and a day
And Bill Bones
Bill Bones knows what I really mean

There are fewer more distressing sights than that
Of an Englishman in a baseball cap
Yeah we'll die in the class we were born
That's a class of our own my love
Were in a class of our own my love

Did you see the stylish kids in the riot
We were shovelled up like muck
Then set the night on fire
Wombles bleed truncheons and shields
You know I cherish you my love
Oh how I cherish you my love.

lunedì 6 novembre 2006

Kubrick segreto, ecco tre nuovi film

Colin Farrell protagonista di Lunatic?

Terremoto a Hollywood. Tutti erano convinti che dopo "Eyes wide shut" non avremmo più visto sullo schermo un'opera del maestro Stanley Kubrick. Eppure dai suoi archivi sono stati "resuscitati" tre copioni scritti negli anni '50, pronti per il cinema. "The down stope" è sulla guerra civile americana, "God fearing man" su un prete-rapinatore e "Lunatic at large", dove Colin Farrell dovrebbe interpretare un pluriomicida fuggito dal manicomio.

Per quest'ultimo film la grande industria cinematografica americana si è subito mobilitata. A dirigere le ottanta pagine di sceneggiatura sarà Christopher Palmer, i produttori sono Charles Finche ed Edward Pressman. Ma soprattutto ad interpretare il pluriomicida è stato chiamato Colin Farrell, che per adesso non ha sciolto le riserve perché sarà impegnato sul set del nuovo film di Woody Allen.

Non trapelano ulteriori indiscrezioni su "Lunatic" se non che è tratto da una storia vera, ambientato nella New York del 1957 e che Kubrick definì: "Una pazza avventura nello stile di Kerouac. E' come un incontro tra Arancia meccanica e Shining", ha rivelato la moglie Christiane.

A trovare i tre preziosi manoscritti Philip Hobbs, il genero del regista (scomparso il 7 marzo del 1999). Hobbs ha lavorato per dodici anni a stretto contatto con Kubrick e ultimamente stava riordinando i suoi archivi fino a quando non ha trovato questi tre copioni, già pronti per essere diretti. Ma il grande regista li mise da parte perché non aveva tempo per occuparsene.

Christiane ha dato il suo assenso per l'utilizzo delle sceneggiature. "Questi progetti li conservò per molto - ha detto al Times - vuol dire che gli piacevano. Ricordo di averli letti all'epoca, Stanley era molto eccitato soprattutto per Lunatic. Poi sono successe altre cose e ci siamo trasferiti in Inghilterra per girare Lolita".

domenica 5 novembre 2006

Il Capitano!!!


MILANO - L'Inter vince 2-0 contro l'Ascoli in una gara valida per la 10^ giornata della Serie A Tim 2006-2007. Primo tempo di marca nerazzurra, l'Inter infatti crea più volte i presupposti per arrivare al gol ma trova un Ascoli molto chiuso pronto a ripartire per colpire in contropiede. Nerazzurri in vantaggio al 41' del capitano Javier Zanertti dopo praticamente quattro anni dalla sua ultima rete ufficiale (06/11/2002 - Empoli-Inter 3-4): splendida azione personale di Ibra in area sulla sinistra, palla al centro per Crespo che prova la conclusione sotto porta. Sul tiro dell'argentino arriva il tap-in vincente da due passi di Zanetti.
Nella ripresa arriva subito il raddoppio dell'Inter (8'): bellissima palla di Ibra per Figo sulla destra, il portoghese crossa per Crespo, Cudini in scivolata infila la sua porta nel tentativo di anticipare l'attaccante argentino. I nerazzurri creano altre ottime occasioni in zona offensiva ma al 19' Banti fischia un calcio di rigore per l'Ascoli per un fallo di mano di Maicon nell'area nerazzurra: batte il penalty Fini, Juluio Cesar si tuffa bene alla sua destra e respinge in angolo.

Zanetti: "erano quattro anni che aspettavo"
Il suo ultimo gol ufficiale in maglia nerazzurra è datato 6 novembre 2002 (Empoli-Inter 3-4), Javier Zanetti racconta a Inter Channel : "Era quattro anni che aspettavo di segnare. Mi mancava tantissimo il gol, ci provavo in tutte le partire e non riuscivo a farlo un po' per sfortuna e un po' per bravura degli avversari. Oggi sono molto contento per una rete arrivata in un momento difficile perché non riuscivamo a segnare".
"Nel secondo tempo della sfida contro l'Ascoli - prosegue il capitano - abbiamo dimostrato di meritare la vittoria. Ripeto: sono contento per la mia rete, ma non è importante chi segna, conta vincere e andare avanti così. Ora godiamoci la vittoria, ma continuiamo a lavorare per fare bene perché sappiamo che solo così potremo toglierci delle soddisfazioni".

You Cannot Win

BACKYARD BABIES



You cannot win

Such a hopeless deviate
A girl born way too late
All set to be set free
In a world of misery
When your tears run dry
Another finger's in your eye
And you tought you'd seen it all

It's so hard to make things right
You think you're getting closer
But it's always out of sight
It will follow you to your end
It may not be bitter but it's hard to
comprehend, you cannot win

If it ain't is this you bet it's that
The stakes are high and chances fat
And if your time ain't running short
There's the wait you can't abort
Way down rock bottom low
There's another place below to go
And I thought I'd seen it all

It's so hard to make things right
You think you're getting closer
But it's always out of sight
It will follow you to your end
It may not be bitter but it's hard to
comprehend, you cannot win

So you can stand and clench your fist
At a place that only may exist
Behind the 42 feet wall
Another 3 is standing tall
If my hands weren't tide
I swear I'd catch you in the rye
I'm sorry I can't take your fall

It's so hard to make things right
You think you're getting closer
But it's always out of sight
It will follow you to your end
It may not be bitter but it's hard to
comprehend, you cannot win

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Tu non puoi vincere

Come un deviato senza speranza
Una ragazza nata lontano troppo tardi
Tutto posto per essere libero
In un mondo di miseria
Quando le tue lacrime stanno per asciugare
Un altro dito raggiunge il tuo occhio
E tu che pensavi di aver visto tutto...

E' così difficile fare le cose in modo giusto
Pensi che ci sei vicino
Ma è sempre lontano dalla tua vista
Ti seguirà fino alla fine
Potebbe anche non essere amaro
Ma è difficile da comprendere
Tu non puoi vincere

Se non è questo tu scommetti che è quello
Le puntate sono alte e le possibilità invitanti
E se il tuo tempo non sta scarseggiando
C'è l'attesa che non puoi evitare
Sulla strada in discesa la pietra rotola lentamente a terra
C'è un altro posto lassù dove andare
E io che pensavo di aver visto tutto...

E' così difficile fare le cose in modo giusto
Pensi che ci sei vicino
Ma è sempre lontano dalla tua vista
Ti seguirà fino alla fine
Potebbe anche non essere amaro
Ma è difficile da comprendere
Tu non puoi vincere

Puoi resistere e stringere i pugni
In un posto che può solo esistere
Dietro un muro alto 42 piedi
Un altro tipo di libertà è a quell'altezza
Se le mie mani non fossero legate
Giuro che ti prenderei al volo
Chiedo scusa se non ti posso prendere...

E' così difficile fare le cose in modo giusto
Pensi che ci sei vicino
Ma è sempre lontano dalla tua vista
Ti seguirà fino alla fine
Potebbe anche non essere amaro
Ma è difficile da comprendere
Tu non puoi vincere

Roads

La canzone più romantica dell'ultimo album dei Backyard Babies (People Like People Like People Like Us)... una vera gemma, una mosca bianca all'interno di una discografia dedicata al rock'n'roll più selvaggio...
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BACKYARD BABIES
ROADS

I call you they call you
Everyone's calling you my better half
I know you they don't do
Nobody will ever do and we don't care

I don't want to turn back the time
I don't want to follow the line

Still waiting not creating
Everything we do is better when we're two
Don't take it like I fake it
Everytime I try to say that i love you

I don't want to turn back the time
I don't want to follow the line

Because life is a road that is winding and dark
But i swear 'cross my heart so are you
Life is a road that is winding and dark
But i swear 'cross my heart so are you
Now you know it's true i believe in you
Yeah you know it's true I do care for you

I'm sorry you're sorry
But you can be sorry in a better way
It don't matter if I never
Never ever let you be the one I need

I don't want to turn back the time
I don't want to follow the line

Because life is a road that is winding and dark
But i swear 'cross my heart so are you
Because life is a road that is winding and dark
But i swear 'cross my heart so are you

So are you.....So are you......
So are you.....So are you......

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STRADE

Io ti chiamo, loro ti chiamano
Tutti quanti ti stanno chiamando, mia dolce metà
Io ti conosco, loro no
Nessun altro ti conoscerà e non ci interessa

Non voglio tornare indietro nel tempo
Non voglio seguire la coda

Sto ancora aspettando, non e lo sto inventando
Ogni cosa che facciamo è migliore se la facciamo in coppia
Non prenderlo come una bugia
Tutte le volte che provo a dirti che ti amo

Non voglio tornare indietro nel tempo
Non voglio seguire la coda

Perchè la vita è una strada ventosa e oscura
Ma ti giuro sul mio cuore che anche tu sei così
La vita è una strada ventosa e oscura
Ma ti giuro sul mio cuore che anche tu sei così
Adesso sai che è vero, io ti credo
Sì, sai che è vero, mi prendo cura di te

Sono dispiaciuto, sei dispiaciuta
Ma potresti essere dispiaciuta in un modo migliore
Questo non accadrà mai se io non ti lascerò
non ti lascerò essere quella di cui ho bisogno

Non voglio tornare indietro nel tempo
Non voglio seguire la coda

Perchè la vita è una strada ventosa e oscura
Ma ti giuro sul mio cuore che anche tu sei così
La vita è una strada ventosa e oscura
Ma ti giuro sul mio cuore che anche tu sei così
Anche tu sei così... anche tu sei così...
Anche tu sei così... anche tu sei così...