venerdì 8 dicembre 2006

Malasorte

(C. BAUDELAIRE)

Per sollevare un così grande peso,
Sisifo, il tuo coraggio ci vorrebbe!
Per quanto ardore s'abbia nell'impresa,
l'arte è lunga e il tempo è breve.

Lontano dalle sepolture celebri,
verso un cimitero isolato,
il mio cuore, tamburo velato,
va battendo marce funebri.

Quanti gioielli dormono sepolti
nell'oblio e nelle tenebre,
lontano dalle zappe e dalle sonde;

quanti fiori effondono il profumo,
dolce come un segreto, con rimpianto,
nelle solitudini profonde.

Bellissimo sonetto di Baudelaire che parla dell'impossibilità di sconfiggere la Morte e della difficoltà di lasciare una traccia indelebile di noi nel mondo terreno.
Le ultime tre stanze mettono in rilievo la disequità della Sorte di fronte ai meriti reali di coloro che verranno ricordati nei secoli: si tratta per larga parte di questione di fortuna, sono innumerevoli gli artisti meritevoli che, una volta defunti, rimangono nell'oblio, come fiori che effondono il loro profumo irresistibile nelle profondità di uno strapiombo.
Paradossalmente proprio questo è diventato uno dei componimenti più famosi del poeta maledetto per eccellenza, nonchè uno dei manifesti del suo decadentismo.

1 commento:

Matteo ha detto...

molto bella 'o'

zarro :O